“A PALERMO (NON) C’È IL MARE”
by Transeuropa
Ecomuseo Mare Memoria Viva è l’unico ecomuseo urbano nel sud dell’Europa e racconta le trasformazioni urbane e sociali di Palermo dal dopoguerra ad oggi attraverso testimonianze, storie, immagini e ricordi legati al mare della città. In occasione del festival il museo organizza una passeggiata urbana e una visita guidata.
L’ecomuseo Mare Memoria Viva apre a Palermo nel febbraio del 2014 con il sostegno della Fondazione con il Sud e in partnership con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo – Servizio Musei e Spazi Espositivi da cui tuttora dipende.
E’ un museo collettivo multimediale curato dall’associazione Mare Memoria Viva che racconta storie di luoghi e persone delle borgate marinare di Palermo puntando sulla potenza della narrazione e la poesia delle immagini. E’ un museo corale e partecipativo, un archivio di public history e uno spazio di sperimentazione educativa e artistica sul tema della città.
Il mare a Palermo è diventato periferia. La storia del fronte mare di Palermo è la storia del Sacco edilizio che ha cambiato irrimediabilmente il volto della città e la fruizione del mare, è una storia di cementificazione e ingerenze mafiose ma anche di progetti e possibilità di cambiamento.
All’ecomuseo attraverso l’esperienza di visita e le attività laboratoriali si sviluppa senso critico sulle trasformazioni urbanistiche e sociali della città, sul valore dei beni comuni e della partecipazione civica.
La sede dell’ecomuseo è l’Ex Deposito Locomotive di Sant’Erasmo in via Messina Marine n. 20, nella costa sud della città, in un bellissimo esempio di architettura di fine ‘800 situato accanto la foce del fiume Oreto.
Un ecomuseo è un museo “differente” che mette al centro della sua azione il rapporto con il territorio, la partecipazione delle comunità, il welfare e lo sviluppo locale sostenibile.
La definizione che Mare Memoria Viva (MMV) predilige è quella di Hugues De Varine “ un patto tra cittadini che decidono di prendersi cura di un territorio”. A MMV piace molto questo essere “curatori di luoghi” perché la cura è il necessario nutrimento dei processi di cambiamento sociale. E’ una questione che l’ecomuseo ha definito con un neologismo “giustizia geografica o
spaziale” particolarmente utile per operare nella costa sud-est di Palermo, dove l’ecomuseo è ubicato, poiché questa parte della città ha bisogno di ricostruire la propria identità e chiede riconoscimento e dignità dopo lo scempio edilizio e l’inquinamento del cosiddetto “sacco di Palermo”.
Pone dunque alcune domande importanti ai propri fruitori: Come formare giovani cittadini consapevoli e impegnati a trasformare in meglio il proprio territorio? Cosa vuol dire oggi fare/essere comunità? Cosa vuol dire essere cittadini? Perchè Palermo e il suo waterfront sono feriti così come li conosciamo oggi? A cosa servono le narrazioni e come i nuovi linguaggi stanno cambiando la nostra capacità di rappresentare il passato, il presente e il futuro?
L’ecomuseo propone attività di educazione non formale, esplorazioni urbane, workshops, mostre, conferenze e incontri pubblici su temi di interesse collettivo: cittadinanza, arte, migrazioni, ambiente, placemaking. Ci piace chiamarla “rigenerazione umana”.