Shirin Neshat
by Fondazione Merz
Sala sopra le mura allo Spasimo – Via dello Spasimo 10
6 – 10.11.2019 | h. 12 – 21
12.11 – 8.12.2019 | martedì-domenica/Tuesday-Sunday h.17 – 21
Shirin Neshat si è imposta a livello internazionale come una delle artiste più rappresentative nell’esplorare la complessità delle condizioni sociali all’interno della cultura islamica, rivolgendo uno sguardo particolare al ruolo che qui la donna ricopre. Proprio la condizione femminile e il suo rapporto con il mondo maschile e il confronto tra la cultura islamica con quella occidentale sono così diventati i temi centrali nella sua ricerca. Attraverso il mezzo filmico l’artista iraniana ha poi approfondito il suo percorso esplorando il terreno psicologico del dolore, dell’alienazione, della perdita, della riconciliazione e della redenzione.
Turbulent (1998) installazione video a due canali, che presenta il confronto tra due anime sonore che si esibiscono in antica musica e poesia persiana, da una parte il cantante Shoja Azari e dall’altra la compositrice e vocalista iraniana Sussan Deyhim. Il raffronto diviene metafora dei ruoli di genere e della gestione del potere culturale nella società islamica contemporanea. Accade così che il primo intoni un canto delicato e musicalmente poetico, ricevendo il plauso di un pubblico composto, interessato, gratificante e la cantante si faccia espressione di una interiorità sofferente ed estenuata, di un dramma evidente, davanti ad una platea deserta.
Il secondo film in mostra Sarah (2016) è parte della trilogia chiamata Dreamers. Nell’atmosfera onirica di una foresta abitata dai fantasmi di un passato traumatico, la protagonista incontra i segni dell’annientamento e della distruzione umana. Sarah incarna l’esperienza dell’individuo oppresso dalla paura della morte, dalla violenza, dal genocidio.